Bio/filmografia
Alessandro Sanna è nato a Cagliari, ma da sempre ha vissuto a Senorbì nel cuore della Trexenta l’8 luglio 1964. Studia Violoncello al conservatorio Pierluigi Da Palestrina e all’istituto Tecnico per Geometri “Ottone Bacaredda” di Cagliari. Il rapporto con il cinema inizia nel 1986 quando, acquistò per natale una nuova videocamera Hitachi VHS ingombrante e poco maneggevole. Alessandro, stimolato da quell’acquisto, comincia a riprendere, imparando da solo anche come montare i filmati. Fra i suoi vari video, ve n'è uno del quale è particolarmente affezionato, il primo, un rifacimento de "I Gemelli", il film con DeVito e Schwarzenegger, ma purtroppo rimasto tuttora incompiuto. Dopo alcuni anni decide di fare il grande passo e si avventura, con un gruppo di amici del paese in cui vive, a girare un remake del film record di incassi “Il Ciclone” di Leonardo Pieraccioni del 1996, al quale diede il titolo di "Los Ci Klones" diventando forse il primo lungometraggio indipendente girato in digitale e auto prodotto della storia del cinema sardo. "Los Ci Klones" è stato visto ormai da centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo, Argentina, Spagna, Canada, Australia, Emirati Arabi, senza mai perdere la sua particolare freschezza. Proprio dagli stimoli derivati da questo vero primo lavoro hanno origine le sue prime prove cinematografiche. È stato questo film dunque che gli fa scattare la molla giusta per condurlo sulla strada della regia cinematografica. Ormai la decisione è presa: vuole diventare cineasta, Nel 2004, infatti, realizza un altro capolavoro, una rivisitazione de “Il mio grosso grasso matrimonio greco” di Joel Zwick, scritto da Nia Vardalos e prodotto da Tom Hanks nel 2001, al quale diede il titolo "Padre, Figlia e Spirito Sardo", film che gli permette di familiarizzare a un livello di maggiore profondità con tecniche registiche e di montaggio. Il film funziona bene, diverte e commuove allo stesso tempo e, cosa fondamentale, ha dei personaggi credibili in cui è molto facile riconoscersi. Alessandro Sanna è bravo nel rendere la "crisi esistenziale" che prende Tonina quando perde la testa per Gianni: da una parte il cuore, dall'altra la famiglia saldamente fedele alla cultura e alle tradizioni Sarde. Il tutto gira intorno al "matrimonio" ed è molto divertente vedere come questa famiglia numerosa e bizzarra organizza il tutto! Il film è colmo di stereotipi sui sardi e su quanto siano legati alla famiglia. È proprio la semplicità il punto forte della storia: un bel ragazzo archeologo si innamora pazzamente di una ragazza non eccessivamente affascinante e neanche poi così carina, e con lei affronta tutte le avversità che derivano dal suo non-essere sardo. Di grande effetto alcune scene girate a Mamoiada nell’occasione del carnevale, e ad Oristano nell’appuntamento annuale con la Sartiglia. In questo lavoro Alessandro ripercorre quelle che sono le vere inclinazioni culturali e sociali, di una famiglia media ai nostri giorni in un paese dell’interno della Sardegna: Senorbì. Successivamente, nel 2005, si cimenta con "Arriva Pavan", lavoro nel quale si incarica di curare in pratica quasi tutto. È autore infatti non solo della regia, ma anche di riprese, fotografia, montaggio, e produzione. Già dagli esordi, dunque, stupisce l'ambiente del cinema e degli intenditori con la sua capacità di controllare tutte le fasi del processo creativo, una costante tipica del suo modo di lavorare. Il film inedito "Arriva Pavan" è scritto da Giancarlo Busacca autore di teatro e televisione, tra i suoi lavori: "AAA coccole offresi" e "Fotografi”, tutti rigorosamente comici, attualmente lavora in produzioni cinematografiche con Alvaro Vitali, Pippo Vinciguerra (actor studio di NY), Paolo Caiazzo (Colorado Café, Italia 1), Enrico Guarneri (Teatro Stabile di Catania). Il film è interpretato ottimamente da Alessandro Pili, imitatore del Presidente della Regione Sardegna Renato Soru negli ultimi spettacoli del famoso gruppo teatrale cagliaritano dei LaPola, da Salvatore Zedda di Ortacesus, vittima suo malgrado di un simpatico scherzo telefonico che ha imperversato nella rete di internet per diversi mesi, da Sergio Usai Presidente della Filodrammatica di Sanluri (CA). Il Film è un funambolico esercizio di stile dove il tutto si incastra a perfezione. In un paesino della Sardegna il maresciallo della piccola stazione dei carabinieri deve andare in ferie e gli viene mandato un rimpiazzo, il brigadiere Pavan. Al povero brigadiere, sempre tra il comico e il rocambolesco, gliene capiteranno di tutti i colori. Consensi della critica, applausi e risate hanno accompagnato la proiezione di una commedia brillante bella divertente made in Sardegna.
Intervista a Alessandro Sanna...
...cercherò di far capire, per quanto possibile, il mio modo di vedere il cinema, anche se per me è difficile esprimere esattamente a parole quello che si prova nel realizzare un’opera cinematografica, preferisco parlare piuttosto con le immagini, ma ci tenterò lo stesso…
Non ho mai frequentato nessuna scuola di cinema. Ho imparato tutto da solo vedendo film, leggendo testi sul cinema. Mi sono cimentato subito in un remake, Il Ciclone di Pieraccioni, diventato poi "Los Ci Klones", cercando di farlo il pìù possibile fedele all’originale. Facendo un remake si impara tantissimo e velocemente, si riesce soprattutto a capire le scelte fatte dal regista sul set, si percepisce la sua mente la sua follia... È un’esperienza notevole, si impara tanto e in fretta. Nel primo film curai praticamente quasi tutti gli aspetti tecnici di produzione, le riprese il montaggio il set luci audio e quant’altro, caratteristica questa ripresa in tutti i miei lavori. Col secondo film che è una rivisitazione de "Il mio grosso grasso matrimonio greco", diventato "Padre, Figlia e Spirito Sardo", feci una grande esperienza, acquistando una notevole padronanza su tutti gli aspetti tecnici del set. Scavare a fondo in un soggetto, scoprirne i dettagli più nascosti, le varie sfumature della personalità dei personaggi mi diverte moltissimo.
Preferisco non sapere mai come girerò una scena, molte situazioni si creano anche in funzione di luoghi, l’umore degli attori o addirittura dal tipo di giornata in cui si gira una determinata scena. Mi è capitato spesso che il risultato fosse diverso da quello che avevo immaginato, ogni piccolo particolare può influenza quello che diventerà la scena completata. È chiaro che cerco in ogni modo di sfruttare qualsiasi opportunità che mi si presenta e che sia utile al film. Non ho mai creduto ai film preconfezionati, quelli che nascono con una sceneggiatura pre impostata. Gli attori dei miei film sono sempre amici scelti in base al tipo di personaggio più adatto a loro per questo cambio da un film all’altro. Il montaggio mi affascina molto. Mentre giro delle scene penso già come montarle.
Amo le scene dove le immagini sostituiscono la parola, e si completano con la musica. L’uso delle immagini invece delle parole sono stati oggetto di forti discussioni con lo sceneggiatore del mio ultimo film "Arriva Pavan". Credo che nel cinema debbano parlare sempre le immagini. Un film non si può creare allo stesso modo come si scrive un libro. Mi interessa molto comunicare sentimenti senza l’uso della parola. Per me è difficile spiegare cosa ci sia un film, come si diventa padri di un’opera, cosa avevo in mente. Il film è una cosa astratta e si muove su un piano diverso, non-verbale.
Intervista a Sanna di maggio 2008
Nuovo cinema
Paradiso in Trexenta
Una trilogia ispirata
a pellicole nazionali e poi virata in chiave sarda. Titolare di alcuni
esercizi commerciali a Senorbì, Alessandro
Sanna, commerciante ma
anche regista, racconta come nasce la sua passione per la macchina da presa.
di Maria Elena Tiragallo
Ai suoi film hanno lavorato
tutti i suoi amici in una trilogia cinematografica dai titoli piuttosto
insoliti: "Los Ci Klones", "Padre, figlia e spirito
sardo", "Arriva Pavan". Sono questi i tre lungometraggi che
portano la sua firma. Per lui il cinema è passione forte e sincera,
momento di aggregazione, divertimento. Talmente sincero da coinvolgere un
intero paese. Ecco il suo racconto.
Lei nella vita di
tutti i giorni è imprenditore. Ogni tanto però indossa i panni del regista.
Perché?
Per raccontare la vita, le
cose che hai vissuto. Tutti abbiamo una storia nel cassetto, perché non
raccontarla con una telecamera? Non ci vuole nulla, non bisogna essere
laureati, semplicemente bisogna crederci e divertirsi. Se il pubblico poi non
apprezza il tuo lavoro lascia il tempo che trova, l'importante è farlo. Il
mio lungometraggio "Los Ci Klones" del 2003, remake del film
"Il Ciclone", diretto e interpretato da Leonardo Pieraccioni nel
1996, è la pietra miliare per il cinema indipendente sardo, girato in
digitale, autoprodotto.
Quali i motivi che
l'hanno spinto a girare?
A voi di Cinemecum dico la
verità assoluta su questa storia, in esclusiva, non ne ho mai parlato con
nessuno. Mio zio, quando io ero ragazzino, era il proprietario del
"Cinema Nuovo", la sala cinematografica di Senorbì che ora ha
lasciato posto all'ufficio di collocamento. Mio cugino lavorava lì e la
domenica pomeriggio ci andavo anch'io, stavo in cabina di regia e
cambiavo le pizze, controllavo i fuochi. Mi guardavo tutti i film e non pagavo
mai il biglietto. Mi piacevano moltissimo i western. Poi sono uscite le prime
cassette VHS, ne comprai una e me la portavo in giro per fare riprese, anche
quando andavo in viaggio. Piano piano ho imparato a montare i video da solo.
Tutte le persone che hanno
recitato nei miei film non sono attori, ma tutti amici con un cuore grande
come un palazzo. Volevo farli incontrare e così è nata l'idea di girare
film. Il primo, un rifacimento de "I Gemelli" con Danny De
Vito e Michael Schwarzenegger, è rimasto incompiuto. Per
"Los Ci Klones", invece, è andata diversamente: con un mio amico
avevo visto il film di Pieraccioni e mi aveva allettato l'idea del ritrovo,
della festa, insomma tutto è nato un po' per caso, una congiunzione astrale
dove le cose arrivano al momento giusto e nel posto giusto.
Ad un tratto ci raggiunge un
fotografo cui accenniamo di questo progetto, ma ci lascia di sasso,
riempendoci di dubbi. Beh, alla fine il film lo facciamo ugualmente, un remake
de "Il Ciclone", appunto, per essere sicuri di ottenere un certo
riscontro. Ogni battuta è stata copiata, riadattata. Non sapevo come
rappresentare la scena del ballo spagnolo, poi l'abbiamo risolta con un gruppo
di ballo. Ogni film, anche se un remake, ha una sua storia particolare, tante
volte mi sono chiesto se il film era credibile fatto a Senorbì con i nostri
personaggi. Alla fine, ho dedotto che poteva integrarsi: il film è
quello che hai dentro, è quello che vuoi comunicare. E' fondamentale che noi
sardi capiamo che ogni storia può essere adattata al nostro paesaggio,
uscendo dai soliti schemi con cui gli altri ci descrivono. Non siamo
oppressori, banditi, ma gente normale.
Nel 2004 arriva un
secondo film "Padre, Figlia e Spirito Sardo". Qual è la storia?
E' la storia di Tonina,
trentenne nubile, che lavora nel ristorante dei genitori. Quando la ragazza
decide di essere più intraprendente, cioè di lavorare in un'agenzia viaggi,
s'innamora di un affascinante giovane archelologo, Gianni Peretti. La famiglia
di Tonina non renderà loro le cose facili, anche perché il ragazzo non è
cattolico. Con la conversione al cattolicesimo arrivano le nozze.
Anche questa seconda
opera è un remake.
Sì. E' una rivisitazione de
"Il mio grosso grasso matrimonio greco" di Joel Zwick.
Qual è la scena che
ricorda con più piacere?
A dire la verità sono più
per questo film, perché è un po' una provocazione. Ce n'è una in cui il
padre della protagonista femminile, Tonina, diventa nervoso perché la figlia
non si innamora di un sardo, ma di un continentale come Peretti. Beh, è da
vedere ragazzi... Di grande effetto anche le scene girate a Mamoiada in
occasione del carnevale.
Il 2005 è l'anno di
"Arriva Pavan", film comico scritto da Giancarlo Busacca
Il film, interpretato da
Alessandro Pili dei "La Pola", è ambientato in un piccolo paese
della Sardegna, dove il maresciallo della caserma dei carabinieri deve andare
in ferie e gli viene mandato un rimpiazzo, il brigadiere Pavan.
Al povero brigadiere era
stato assicurato che avrebbe trascorso un mese tranquillo, ma gliene capitano
di tanti colori. Indaga sulla morte di una prostituta, deceduta a causa di una
caduta dalle scale di casa che divideva insieme al suo protettore. Le indagini
portano a una svolta: la prostituta conosce molto bene l'uso del computer ed
è responsabile di una serie di furti telematici a danno dei clienti di
una banca. La donna potrebbe essere stata uccisa da una delle sue vittime di
furti telematici. Si susseguono magagne e pasticci. Questo film tecnicamente
è migliore degli altri per l'utilizzo della fotografia e l'impostazione
delle immagini.
Quali sono state le difficoltà?
Alessandro Pili, che appunto
interpreta Pavan, non ci ha creduto molto, perché il suo personaggio è
permaloso, l'ho un po' forzato, convinto che gli attori che scegli
"sono", "fanno" il film. Le immagini poi parlano da sole e
non attraverso le parole. Con Giancarlo Busacca, che appunto ha scritto la
sceneggiatura di "Arriva Pavan" ci cono state delle frequenti
discussioni, perché non voleva modificare la sceneggiatura. Busacca tende a
far parlare, invece io volevo lasciare più spazi alle immagini, perché sono
le immagini, i movimenti,le situazioni che devono colpire. E’ sicuramente più
difficile girare un film scritto da altri.
Perché i suoi film,
pur essendo sardi, non sono recitati in dialetto?
Nei miei film si parla
la lingua italiana, è una scelta precisa, perché dobbiamo farci capire in
tutto il mondo. Ci sono delle battute in sardo, ma con i sottotitoli in
italiano. I film non sono nati per arrivare al successo, io non ho pretese di
mettermi in mostra, l'ho fatto con il cuore per divertirmi con gli amici. I
miei film non sono in vendita.
Padre figlia e spirito sardo
si trova in vendita ancora in qualche edicola anche a Cagliari, mentre
gli altri due no. Direi piuttosto che i miei film non hanno partecipato
mai a nessun tipo di concorso cinematografico regionale o nazionale e
non ho mai ricevuto o chiesto nessun tipo di finanziamento. La cosa che mi ha
appagato maggiormente dopo questi lavori è stato vedere la felicità e il
divertimento dei miei amici la prima volta che si sono visti nello schermo ad
interpretare i vari personaggi.
Quanto sono costati i
tre film?
Sono stati autoprodotti: 12
mila euro "Los Ci Klones", 8 mila euro "Padre figlia e spirito
sardo", 15 mila euro "Arriva Pavan".
Progetti futuri?
Andrà a breve in produzione
"I 5 re", che tratta di un gruppo di cinque amici sposati, che,
tentati da altri amici e incuriositi incominciano a frequentare un night
club. Aprono un night, dove ci sono le donne che si esibiscono in
spettacoli notturni. Mille scuse vengono dette alle mogli pur di far scoprire
loro le frequenti presenze al locale. Alla fine tra mille peripezie una
ragazza nigeriana si sposa con l'allevatore sardo. Il film vuole essere anche
un
chiaro esempio di
integrazione sociale in Sardegna. I dialoghi li ha scritti Paolo
Schirru, scrittore.
Filmografia
Testi e poesie
contatti:
Alessandro Sanna
Via Carlo Sanna, 2 09040 Senorbì CA Tel. 349 3226868
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